1° Hydra Day: Il Guppy, di Mariusz Scibiwolk

Vi presento un pesce: il Guppy. Ognuno di voi lo ha visto, ma se vi chiedessi di chiudere gli occhi e di descrivere poi il pesce immaginato, posso scommettere che avremmo una descrizione diversa per ognuno di noi. Esiste un enorme numero di razze e varietà d’allevamento, per non parlare delle varietà selvatiche, alcune talmente diverse fra loro da sembrare addirittura un’altra specie. Pensando ai Guppy è veramente difficile non pensare a centinaia di colori, sfumature, disegni, varietà e dimensioni delle pinne, grandezza del corpo e, io aggiungerei,  anche il carattere, perché a diverse razze e varietà cromatiche si possono attribuire diversi atteggiamenti. Guardando infatti a lungo i pesci con attenzione possiamo notare non poche differenze comportamentali fra le varietà : alcune timide, altre vivaci; le femmine di alcune varietà rovinano le pinne dei maschi, altre  hanno la tendenza a saltare fuori dalla vasca.

Sicuramente possiamo affermare che il Guppy è il pesce con il quale tutti noi abbiamo fatto i primi passi nell’acquariofilia e tanti di noi ricordano con un po’ di nostalgia il primo acquario. Il mio primo acquario è stato un vaso di vetro con tre pesciolini molto colorati con le macchie rosse, blu, arancioni e nere, nati nell’acquario di mio zio oltre 30 anni fa. Ovviamente ho avuto dopo un vero acquario, le prime nascite sempre di Guppy e poi di altri pesci. I primi però rimangono per me, come penso  per tutti,  sempre speciali.

Guardando il nostro hobby oggi mi rendo conto ogni giorno di più che questo che un tempo era acquariofilia si sta trasformando in acquariologia dove tutti s’incaricano di parlare senza una pur minima preparazione di base. Si sta cercando di infilare la nostra passione nella scatola di formule chimiche, processi fisici e novità tecnologiche, basterà aggiungere al nostro piacere un po’ di chemioterapia e saremo pronti ad immergere dentro a tutto questo dei pesci calamita.

Sempre più spesso fanno da istruttori e insegnanti personaggi che hanno un acquario, magari comprato al supermercato, da un anno o addirittura due. Mi domando dove sia finito lo spirito dell’acquariofilia di un tempo. Dov’è il vaso di vetro dove senza la chimica e la tecnologia, ma con il supporto di una grande passione e con tanta cura i pesci vivevano per tanto tempo sani e belli. Qualche mese fa sono stato in Polonia dove un mio amico mi ha portato a casa di un anziano che alleva da 50 anni i Guppy nelle stesse 4 vasche posizionate nella sua cucina. Facevano da “sala parto” vasi tipo quelli “quattro stagioni”. Vi assicuro in tutta onestà che i pesci di quel nonnino farebbero brillare gli occhi di tanti seri allevatori tecnologicamente avanzati. Con questo non vorrei che qualcuno si facesse l’idea errata che io sia contrario al progresso tecnologico, desidero solo che non si perda di vista l’oggetto principale della nostra passione.

Il Guppy e senz’altro il pesce più diffuso e conosciuto in acquariofilia. Originario dell’America centrale, di alcune isole caraibiche e della parte settentrionale dell’America del Sud, è stato introdotto dall’uomo come arma biologica contro le zanzare che trasmettono la malaria in tutto il mondo. Il Guppy si è ambientato bene ovunque, a tal punto da formare delle popolazioni stabili e da conquistarsi degli spazi propri nell’ambito della fauna locale. È stato introdotto anche in Sicilia, dove però non ha retto la concorrenza della Gambusia introdotta successivamente. Impressionante l’opera di conquista di questo piccolo pesce: gli acquari, le diverse regioni del mondo ed anche i laboratori di ricerca dove è l’ospite fisso delle ricerche sull’ereditarietà. Enorme è stato anche il lavoro di tanti allevatori che hanno selezionato tutte le varietà che abbiamo oggi. Tutto questo è stato fatto in un tempo relativamente breve di 100 anni circa, da quando cioè il Guppy ha fatto la sua comparsa negli acquari.

Per allevare qualche coppia di Guppy senza grandi aspirazioni basta un piccolo acquario da 30 litri circa, allestito con piante tipo Vescicularia, Myriophyllum, Cabomba o Riccia e attrezzato con un filtro di adeguate dimensioni, un riscaldatore. Un acquario cosi allestito può ospitare 7-8 pesciolini. La temperatura non costituisce un grande problema per le varietà selvatiche che sono a proprio agio dai 18° C  in su, mentre le varietà di allevamento, specialmente quelle a pinne lunghe, sono più delicate e dovrebbero stare a temperature che superano i 22° C. Per quanto riguarda gli altri valori dell’acqua basti ricordare che nei luoghi di provenienza il Guppy vive sia nelle acque dolci molto tenere e acide, sia nelle acque salmastre con pH basico.

E’ impressionante la sua capacità di adattarsi ai più svariati cambiamenti chimico-fisici dell’ambiente dove vive. Ciò non vuol dire che si possono operare bruschi cambi di acqua: qualsiasi cambiamento deve anzi essere sempre lento e graduale. I cambiamenti repentini, sia in meglio che in peggio, fanno male nella stessa maniera,  quindi i cambi d’acqua devono essere piccoli ma frequenti. I valori estremi precedentemente indicati non sono naturalmente i valori ottimali e per questo non dovrebbero mai essere i valori di allevamento. I Guppy sono a loro agio in acqua di media durezza con il pH prossimo alla neutralità. Come gran parte degli altri pesci,  il Guppy tollera male un alto contenuto di sostanze azotate, da lui stesso tra l’altro prodotte, che vengono liberate in acqua insieme ad altre sostanze frutto dei processi metabolici ed ai cosiddetti “inibitori”,  sostanze stimolanti a basse concentrazioni ma che,  se presenti ad alte concentrazioni,  impediscono al pesce non solo di crescere ma anche di riprodursi, aumentano l’aggressività verso gli animali più deboli e possono indurre al cannibalismo.

Impossibile che questo problema si verifichi in un acquario di casa modestamente popolato di pesci, dove si effettua un cambio di acqua del 20% una volta alla settimana. È molto facile che si verifichi da un giorno all’altro invece in un allevamento: basta ritardare il cambio parziale d’acqua o un leggero sovrappopolamento. L’effetto negativo più eclatante dell’acqua sporca è la carenza dell’ossigeno disciolto, che causa a sua volta l’arresto della crescita, impedisce le nuove nascite, indebolisce il sistema immunitario e provoca parti prematuri nelle femmine in gravidanza.
Altro fattore di enorme importanza per i pesci è la luce, che fa da regolatore dei cicli giornalieri e, in natura, anche annuali. Dalla sperimentazione emerge che cambiando spesso ai Guppy gli orari di irradiazione luminosa o il periodo della stessa, i pesci diventano nervosi e impauriti, assumono cibo in scarsa quantità, perdono interesse all’accoppiamento, le femmine in gravidanza riescono ad assorbire le uova o a prolungare la gravidanza. Non si deve sottovalutare neppure l’importanza dell’intensità o dello spettro della luce. Il Guppy è infatti notevolmente più bello se riesce ad assumere qualche ora al giorno di illuminazione solare. Un altro piccolo “segreto” per ottenere dei pesci belli è di tenere i maschi con le femmine perché,  anche se è vero che sono i maschi ad essere molto più belli e vivaci, il vero motivo della loro bellezza e vivacità sono le femmine. Separandoli si assisterebbe ad un progressivo abbassamento delle loro forze vitali, perdita dei colori e più frequentemente la comparsa di malattie. Basta aggiungere all’acquario delle femmine per assistere all’inversione di questo processo in pochi minuti.
Un maschio di Guppy passa l’intera sua vita a corteggiare le femmine e, anche se il suo comportamento sembra casuale, segue uno schema ben preciso e ripetitivo al quale si aggiunge il linguaggio dei colori del corpo. All’apparenza sembra che i maschi molestino le femmine: in realtà per essere corteggiate e successivamente fecondate, le femmine danno al maschio il “consenso”; il maschio perde presto l’interesse per la femmina che non lo da. I comportamenti sessuali dei Guppy hanno costituto tema di ricerche scientifiche già negli anni ’30. Per allevare i Guppy non è necessaria la tecnologia avanzata o l’utilizzo di tanti prodotti chimici ma sono di vitale importanza la pazienza, la cura e la conoscenza delle sue poche esigenze vitali.

Avrete sentito nominare i cosiddetti “Guppy show”, stranamente non sono pesci che sanno ballare e cantare ma i Guppy, come altri pesci, possono rienttare in certi parametri di taglia, proporzioni delle pinne, colore e disegno. Tutti i Guppy dovrebbero essere così, ma purtroppo spesso vengono allevati puramente a scopo commerciale e l’unica cosa che conta è il numero di pesci prodotti, da vendere al prezzo più basso possibile.

Ho visitato in Italia un allevamento dove i pesci venivano tenuti in enormi vasconi all’aperto, in  gabbie galleggianti fatte di zanzariera, mentre sotto le gabbie, nelle medesime vasche, erano tenuti pesci destinati all’ alimentazione umana. Lo stato sanitario di questi pesci era disastroso: tutti gli animali erano affetti da infezioni batteriche ed infestati dai più svariati parassiti esterni. In passato arrivavano in Italia Guppy da alcuni allevamenti in Israele, non so se ciò accada tutt’ora, e i pesci non versavano di certo in condizioni migliori di quelle poc’anzi citate. Sostengo che non si possano allevare pesci senza passione, questo non è un mestiere che si impara a scuola. Allo stesso modo non si possono produrre centomila pesci al mese senza far scadere la qualità degli stessi, perché i pesci non sono chiodi o bulloni da produrre con sistema industriale.

Non è un caso che i migliori piazzamenti nei concorsi di bellezza di Guppy tenutisi principalmente nei paesi Nord-europei, in Francia, Stati Uniti e nel Sud-est asiatico siano stati ottenuti da piccoli allevamenti a conduzione casalinga. L’allevamento selettivo dei Guppy si discosta dalla gestione del piccolo acquarietto di 30 litri casalingo, anche se le nozioni di base riguardanti acqua e luce rimangono valide. Prima di tutto occorrono più acquari, almeno 10-15 per allevare una o due varietà, in secondo luogo bisogna avere a disposizione più tempo da dedicare e conoscere bene le esigenze nutrizionali, la biologia e la genetica dei Guppy.

Il Guppy è un pesce con un intestino relativamente lungo e ben sviluppato, caratteristica tipica di pesci cui occorre un’alimentazione ricca di composti vegetali. Negli acquari allestiti con le piante i pesciolini riescono a provvedere a questa necessità da soli, sbocconcellando le piante più delicate e le piccole alghe che crescono sulle foglie e sui vetri della vasca. Invece, nelle vasche prive di allestimento, e sono quasi sempre cosi le vasche negli allevamenti per motivi sanitari, spetta all’allevatore compensare questa carenza. A parte questo i Guppy mangiano praticamente tutto. Non è tuttavia semplice nutrire il Guppy anche se a primo acchito può sembrare il contrario, visto che accettano di tutto. Il “segreto” è la somministrazione di un’alimentazione equilibrata e nella giusta quantità nei diversi stadi di sviluppo. Ciò vuol dire che un pesce appena nato va alimentato  diversamente da quello di un mese o di due mesi di età, cosi come deve essere alimentata diversamente un femmina da un maschio che ha appena cominciato ad assumere la colorazione, come pure un adulto da un futuro riproduttore e anche il Guppy anziano ha una sua particolare dieta.

Per quanto riguarda la genetica, anche i Guppy sono soggetti alle leggi dell’ereditarietà come tutti gli esseri viventi. Essi posseggono 23 coppie di cromosomi dei quali 22 detti autosomi e una coppia di cromosomi sessuali. I cromosomi sessuali della femmina sono del tipo XX, mentre quelli del maschio sono del tipo XY. Le cellule riproduttive (le uova e gli spermatozoi) non contengono delle coppie ma solo uno dei cromosomi dei riproduttori; dall’unione dei rispettivi cromosomi singoli nasceranno le coppie di cromosomi nelle quali si miscela il materiale genetico del padre e della madre. Il soggetto ottiene caratteristiche completamente nuove rispetto a quelle dei genitori. In teoria tutto dipende dalle caratteristiche dei geni, che sono le unità ereditarie, costituite dai cromosomi dei genitori. Ci sono infatti geni dominanti e geni recessivi.

Secondo me la bellezza di questi pesci è dentro gli occhi di chi li guarda, e non tutti riescono a percepirla fino in fondo. I Guppy si possono paragonare ai quadri di Monet: bisogna saperli guardare e finché non impari a farlo non ti dicono niente, ma quando un giorno, chiudendo leggermente gli occhi, avrai scoperto tutto il loro fascino e la loro imponenza, sarai veramente perso e non li cancellerai mai dalla tua mente.